Temi trattati / 22 Maggio 2017

Associazione Artieri, o della riqualificazione degli spazi nelle carceri attraverso l’autodeterminazione

Collaboriamo con Artieri dal WorkShop di ottobre 2016.  Ci hanno seguiti per la progettazione esecutiva, e altro….

Artieri nasce tra i banchi universitari e fonda i suoi metodi e gli obiettivi di lavoro sul progetto Spaziviolenti (Politecnico-Università di Torino) e su una ricerca di dottorato condotta dal 2013 da uno dei soci nel Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. La ricerca approfondisce il tema dell’ottimizzazione delle risorse in ambito carcerario per la riqualificazione spaziale, proponendo l’autodeterminazione degli spazi delle carceri italiane.
A fronte delle esperienze condotte, e a più di un anno dalla formazione del primo team studentesco, il gruppo di lavoro ha costituito l’associazione Artieri, per attestarsi a realtà con expertise nell’autodeterminazione degli spazi in ambito carcerario.

L’architettura è per Artieri strumento ridistributivo di diritti e risorse, attraverso la sua applicazione in ambiti normalmente esclusi da questa disciplina.

 Dicono:
“Abbiamo riqualificato due aree all’interno della Casa Circondariale ‘Lorusso’e Cutugno’  di Torino: lo Spazio incontri che verrà destinato all’incontro dei detenuti con figli minori di dieci anni con le famiglie e l’Area delle tartarughe luogo dedicato al relax del personale del penitenziario.”

 

L’esplorazione e la verifica nella prassi di questi temi è avvenuta tramite la costituzione di un gruppo studentesco afferente al Politecnico di Torino che ha proposto un percorso che portasse alla riqualificazione di alcune aree della Casa Circondariale di Torino, attraverso un intervento di auto-costruzione che vedesse attivi insieme studenti, detenuti e personale di sorveglianza. L’assegnazione dell’incarico da parte dell’Amministrazione Penitenziaria ha riguardato due aree all’aperto: una destinata al tempo libero del personale della casa circondariale e una per i colloqui dei detenuti con i famigliari (in particolare per i detenuti con i figli minori).

Il progetto è stato concepito come una realizzazione non estemporanea, un intervento che andasse oltre l’esercizio didattico e che rispondesse alle reali esigenze d’uso, manutenzione e gestione degli spazi tramite l’utilizzo di tecnologie robuste ed il più possibile durevoli.
Da marzo 2015 si è sviluppato un percorso con valenze e obiettivi diversi: per gli studenti e i neolaureati si è trattato del confronto diretto con la realizzazione dell’intervento architettonico in un contesto di reale necessità; per i detenuti e per l’amministrazione penitenziaria si è trattato di conoscere e praticare l’autodeterminazione dei propri spazi di vita; per tutti ha significato la condivisione delle risorse, principalmente in termini di capacità.

 


L’associazione Artieri è composta da
Valeria Bruni, Irene Cossu, Giulia Cerrato, Valerio Fogliati, Marta Grignani, Isabella Laura La Rocca, Stefania Manzo, Attilio Piano, Stefano Scavino